GIARDINO DELLE FARFALLE

Anthocharis cardamines

Argynnis pandora

Denis & Schiffermüller, 1775 – (Pandora o Cardinale)

Costituisce senza dubbio uno degli incontri più emozionanti che si possano fare con le farfalle dell’Arcipelago Toscano. Una farfalla dalle dimensioni importanti e dal volo particolarmente lento ed elegante, diffusa prevalentemente nelle regioni centro meridionali, mentre nell’Arcipelago Toscano la si può osservare solo all’Isola d’Elba ed al Giglio, dove compie una sola generazione all’anno. Ama frequentare radure e margini boschivi, dove vola da maggio inoltrato fino a tutto il mese di settembre, nutrendosi sulle grosse infiorescenze di Composite come il cardo. È presente un leggero dimorfismo sessuale in quanto la femmina è solitamente di dimensioni maggiori e presenta un’evidente colorazione verde del margine superiore di entrambe le ali, mentre nel maschio questa colorazione risulta meno evidente, ma risalta la parte centrale delle nervature delle ali anteriori allargata a forma di fuso, per la presenza delle cosiddette “squame androconiali”. Con le ali chiuse in posizione di riposo, è possibile apprezzare nel margine inferiore delle ali anteriori la splendida colorazione “rosso cardinale” da cui deriva uno dei nomi comuni di questa specie. La larva si nutre prevalentemente di viole.

Anthocharis cardamines

Charaxes jasius

Linnaeus, 1767 – (Ninfa del corbezzolo)

Senza alcun dubbio, la più grande e spettacolare farfalla di tutta la fauna italiana. Nonostante le grandi dimensioni, possiede un volo piuttosto rapido e veloce che compie prevalentemente nei pressi di quella che è la sua pianta nutrice, dalla quale prende il nome, il corbezzolo. La caratteristica morfologica che senza dubbio rende questa specie inconfondibile è la presenza, nella parte posteriore delle ali, di ben 4 code, caso unico nelle farfalle italiane. I due sessi sono praticamente indistinguibili. Ama frequentare la macchia mediterranea con corbezzolo ed erica ed è attratta dalle sostanze zuccherine prodotte da frutti marcescenti e non disdegna avvicinarsi all’uomo se le viene offerto del buon vino dolce, che succhia avidamente, per poi andarsene con volo lento e “barcollante”! È presente in tutte le isole dell’Arcipelago Toscano, tranne che a Montecristo. Il bruco, si nutre quasi esclusivamente di foglie di corbezzolo, dove è solito tessere una sorta di “letto di seta” che, quando non è intento a nutrirsi, utilizza per riposare.

Anthocharis cardamines

Lasiommata megera

Linnaeus, 1767 – (Megera)

Si tratta di una specie di medie dimensioni, sicuramente da annoverare tra le più diffuse e comuni in tutta Italia ed Europa. Nell’Arcipelago Toscano è assente solo a Giannutri ed a Capraia. Le caratteristiche morfologiche che permettono quasi immediatamente di distinguere questa specie, sono la colorazione uniformemente bruno rossastra e la presenza di due vistosi ocelli neri con al centro una macchia bianca, posizionati all’angolo del lato superiore delle ali anteriori. È una farfalla dal volo rapido e fluttuante, che predilige gli ambienti ombrosi, con particolare predilezione per i sentieri boschivi. Ha l’abitudine di effettuare frequenti soste per scaldarsi nelle aree illuminate dai raggi solari. Gli adulti compaiono a partire dai primi giorni di marzo, per volare fino ad ottobre inoltrato, compiendo fino a 3 generazioni. Il bruco si nutre prevalentemente di Graminacee.